È finita Expo, viva Expo!

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Pochi giorni fa ho partecipato alla cerimonia di chiusura di Expo 2015. È stata la celebrazione di un grande successo mondiale per Milano e per l’Italia. Un successo che adesso tutti provano a intestarsi ma che non era per nulla scontato soltanto qualche mese fa. Ci sono voluti tutto l'impegno e la convinzione possibili in questi ultimi anni per recuperare un ritardo che sembrava incolmabile. Sul palco festoso dell’ultima giornata in tanti hanno sottolineato la collaborazione tra le Istituzioni. Ma i milanesi - che non hanno la memoria corta - si ricordano bene gli anni persi per i litigi personali e di interesse tra la Regione di Formigoni e il Comune di Milano di Letizia Moratti che hanno rischiato di portarci al disastro. Solo la tenacia politica dei Governi a guida Letta e Renzi

ha permesso di portare a compimento l'impresa. E solo con il cambio di guida e la vittoria di Pisapia e del Centrosinistra a Milano si è fatto il cambio di passo necessario. Eppure qualcuno ha sperato fino all’ultimo che non si finissero i lavori per tempo, che qualcosa andasse storto, che non si raggiungessero gli obiettivi dei visitatori. Chi l’ha sperato dovrebbe vergognarsi. E i cittadini dovrebbero segnarsi quei nomi, perché sono i nomi di quelli che non vogliono il bene dell’Italia ma pensano solo ai propri piccoli interessi di bottega. Si era detto: questo Expo lo vuole il Pd, e se va male è una sconfitta del Pd. Invece Expo è andato bene e per noi è una vittoria dell’Italia. Ma quando si raggiunge un grande risultato bisogna darsene uno ancora più ambizioso. E non sto parlando di cosa si farà sul sito dell’Esposizione Universale ma di una questione sicuramente molto importante per la quale stiamo già lavorando. Mi riferisco all’obiettivo alto che ci dobbiamo dare: quello di far diventare i valori e le idee che hanno guidato questi sei mesi di Expo una realtà concreta per tutti i cittadini del Mondo. Il lavoro straordinario del ministro Maurizio Martina - che non a caso è ministro di Expo e dell’Agricoltura - non è stato prezioso solo per la riuscita dell’evento, ma anche perché ha investito tantissimo sull’eredità che Expo lascerà. Si tratta di un’eredità immateriale - che è stata scritta nella “Carta di Milano” - in cui c’è un impegno che ci dobbiamo prendere tutti. Tra le altre cose, il testo dice così: “Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo la Carta di Milano per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo sano, sufficiente e nutriente, all'acqua pulita e all'energia. Affermiamo la responsabilità della generazione presente nel mettere in atto azioni, condotte e scelte che garantiscano la tutela del diritto al cibo anche per le generazioni future. Un futuro sostenibile e giusto e anche una nostra responsabilità.” Per fare questo è necessario l’impegno concreto di tutti e penso che sarebbe utile unire anche le firme di ognuno di voi a quelle di un milione e mezzo di cittadini che l'hanno già sottoscritta. Potete farlo su www.carta.milano.it. Buona firma a tutti. Viva Milano, Viva l’Italia.

dal Giornale di Zona Nove Niguarda.eu

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